ALFREDO ORMANDO   
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OMOFOBIA
 
 
Per omofobia si intende l'avversione nei confronti delle persone omosessuali. L'omofobia si manifesta in diverse forme: dagli insulti all'aggressione fisica.
 
Nel 1972 venne pubblicato il famoso libro di Weinberg - Society and the Healthy Homosexual - destinato ad avere una grande influenza su tutto il dibattito successivo e sugli studi riguardanti le attitudini del mondo eterosessuale nei confronti di uomini e donne omosessuali. In quel testo l'autore coniava il termine –omofobia–.
 
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è stato successivamente osservato che, piuttosto che di una fobia in senso clinico, tale concetto rispecchia piuttosto un fenomeno sociale che trova le sue radici nelle ideologie e nelle relazioni interindividuali (Herek, 1990). La constatazione fondamentale non cambia: benché l'omosessualità non è una malattia mentale, è stata considerata tale per la maggior parte del xx secolo e ancora oggi gli effetti dell'omofobia incidono notevolmente sulla qualità della vita delle persone omosessuali.
 
Alcune indagine condotte negli Stati Uniti hanno rivelato come un numero altamente significativo di gay e lesbiche subisce una qualche forma di discriminazione e intolleranza. Secondo una rilevazione della fine degli anni '80, il 5% dei gay e il 10% delle lesbiche del campione intervistato riferiva di aver subito un abuso fisico nell'anno precedente a causa del proprio orientamento sessuale, e circa la metà (il 47%) aveva sperimentato una qualche forma di discriminazione sul lavoro o in altri contesti di socializzazione.
 
Le ricerche empiriche, inoltre, concordano sul fatto che le reazioni anti–gay mostrano una spiccata correlazione con alcune variabili socio–demografiche e attitudinali: l'età avanzata e il basso livello culturale, una professione religiosa conservatrice, l'autoritarismo, per citarne solo alcune.
 
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Esiste anche una forma più subdola di omofobia: l'–omofobia interiorizzata–, cioè quella che colpisce gli omosessuali stessi - sottoposti, allo stesso modo degli eterosessuali, ai condizionamenti sociali e familiari negativi rispetto all'omosessualità - impedendogli di conservare una buona stima di sé e di condurre una vita appagante e serena come persone omosessuali. L'omofobia interiorizzata deriva infatti dall'accettazione, consapevole o inconscia, dei sentimenti, degli atteggiamenti e dei pregiudizi negativi circa l'omosessualità propri della cultura omofoba dominante.
 
Sin dall'infanzia, ogni individuo cresce nella prospettiva di diventare un adulto eterosessuale, e quando, durante il processo di elaborazione dell'identità, si accorge di essere diverso, non trova attorno a sé l'accettazione e il sostegno necessari per esprimere appieno il proprio Sé. Le persone omosessuali, nel momento così delicato in cui scoprono la propria identità sessuale, si trovano da sole. Una persona omosessuale può così evitare di riconoscere la sua sessualità per sottrarsi ai sentimenti di ansia, vergogna o colpevolezza che ciò le arrecherebbe; può pensare a se stessa come a una fonte di disagio o di imbarazzo per i familiari, come a qualcosa da nascondere. Tutto ciò porta ad un abbassamento della propria autostima.
 
  • I principali effetti dell'omofobia interiorizzata sugli omosessuali si possono riassumere nei seguenti:
  • credenza che l'omosessualità sia sbagliata, da rinnegare e da nascondere;
  • non accettazione della propria omosessualità a causa del senso di colpa, dell'ansia e della vergogna che essa provoca;
  • non rivelarsi ai familiari, agli amici, ai colleghi di lavoro, tenendo nascosta la propria reale identità sessuale;
  • aumento dell'autoesclusione sociale;
  • drammatico abbassamento del livello di autostima;
  • insicurezza e comportamento passivo;
  • insorgenza di disturbi emotivi, quali l'ansia e la depressione;
  • aumento dell'abuso di alcol e sostanze stupefacenti;
  • talvolta, tentativi di suicidio.
 
 
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